Stai cercando dei comodi ed innovativi modelli di ghette per trekking? Allora sei nel posto giusto!
Di seguito trovi una tabella nella quale sono state inserite le migliori ghette per trekking del 2022, le loro principali caratteristiche e il link al sito ufficiale.
Di seguito invece trovi una lista completa delle migliori ghette per trekking da acquistare online:
Chi pratica escursionismo conosce benissimo il rischio che polvere, terriccio, sassolini, pietrisco, oltre a pioggia, neve e fango entrino all’interno degli scarponcini da trekking, arrivando a sporcare dapprima le calze e poi i piedi.
Problemi del genere, che si verificano con grande frequenza durante le gite, possono creare un notevole disagio in quanto provocano dolore a diminuiscono la stabilità.
I rimedi più indicati in simili situazioni sono rappresentati dalle ghette per trekking, accessori in grado di ricoprire la parte superiore delle calzature per proteggere piedi e caviglie.
Qualsiasi modello di ghette si propone il medesimo scopo, che è quello di evitare l’entrata di particelle solide o liquide nelle scarpe.
La loro conformazione, che ricorda un sacco cilindrico fornito di due aperture (una superiore e l’altra inferiore), è stata progettata per garantire la massima leggerezza e traspirabilità, preservando gli arti inferiori dal contatto con sabbia, polvere e detriti di vario genere.
Grazie all’impiego di tessuti tecnici idro-repellenti, le ghette da trekking sono perfettamente impermeabili nei confronti non soltanto di pioggia e fango, ma soprattutto di neve e ghiaccio.
Alcuni modelli garantiscono una protezione ancora più perfezionata in quanto offrono un isolamento aggiuntivo nei confronti di forti sbalzi di temperatura, ideale per le escursioni invernali.
Chi è abituato a camminare con ritmi più sostenuti può ricorrere all’utilizzo di ghette basse, molto compatte e leggere, che si avvolgono intorno alla caviglia, isolandola alla perfezione dall’ambiente esterno.
Quando le condizioni termiche sono particolarmente impegnative e diventa necessario impedire la dispersione del calore corporeo, è possibile sovrapporre anche due o più ghette, in modo tale da realizzare un vero e proprio schermo protettivo di piedi e gambe.
I piedi sono la porzione anatomica maggiormente esposta all’impatto climatico col freddo, dato che rimangono direttamente a contatto con il suolo e che, di conseguenza, vengono condizionati dalle rigide temperature tipiche dell’alta montagna.
Se i piedi non sono ben protetti con un adeguato equipaggiamento è molto probabile che subentrino condizioni di ipotermia, responsabili del rischioso colpo di freddo.
Per evitare questi rischi è senza dubbio importante scegliere calzature adatte, accessoriate con calzettoni caldi e isolanti, ma, se non si provvede a bloccare l’entrata di pioggia e neve a livello di caviglie e malleoli, il rischio di raffreddamento rimane molto elevato.
Le ghette da trekking sono state realizzate proprio a questo scopo, per isolare termicamente i piedi che, rimanendo a contatto col terreno per molte ore, rappresentano i punti più vulnerabili del corpo.
L’altezza delle ghette può arrivare fino al ginocchio (ghette alte), a metà polpaccio (ghette medie) oppure alla caviglia (ghette basse).
La scelta tra le differenti tipologie dipende unicamente dal tipo d’impiego previsto: chi compie escursioni su fondi innevati oppure fangosi e bagnati deve per forza orientarsi verso modelli alti (la cui misura è compresa tra 35 e 45 centimetri), in grado di proteggere alla perfezione piedi, caviglie e polpacci.
Ghette medie (che misurano da 20 a 30 centimetri) sono indicate per il trekking nelle mezze stagioni, quando non si devono affrontare percorrenze in mezzo alla neve e quando la priorità è quella di procedere spediti.
Nelle escursioni estive è sempre opportuno scegliere ghette basse, che pur offrendo un valido rivestimento, non appesantiscono la camminata e soprattutto consentono alla gamba di traspirare con facilità.
I modelli alti, oltre a difendere dagli avversi agenti climatici, limitano anche il flusso di aria, condizionando la traspirazione dei polpacci.
Questa caratteristica è un fattore discriminante nella scelta.
Scegliere la misura giusta è il presupposto fondamentale per utilizzare al meglio le ghette da trekking, dato che, se non si adattano bene alla conformazione anatomica del polpaccio, non riescono a svolgere bene il loro ruolo.
La misura di questi accessori è allineata con quella degli scarponcini a cui devono collegarsi, con la differenza che le ghette riportano gli indici “S”, “M”, “L”, “XL”, mentre le calzature hanno una taglia indicata con numeri.
Il principale obiettivo da raggiungere è quello di ottenere il migliore avvolgimento intorno agli scarponi, per sigillare il loro bordo superiore, adattandosi comodamente anche a caviglie e polpacci.
Una volta inserite sopra alle calzature, le ghette non devono lasciare nessuno spazio vuoto né aperture libere.
Gli escursionisti che hanno polpacci voluminosi, spesso a causa dei fasci muscolari iper-sviluppati, di solito scelgono modelli con chiusura a strappo, che consentono di optare per misure più grandi anche di 2 numeri, garantendo un avvolgimento comunque ben aderente in quanto modulabile.
Le ghette da trekking subiscono tutte un trattamento idro-repellente, che assicura una perfetta impermeabilità nei confronti di pioggia, neve e fango.
Una simile caratteristica è indispensabile in qualsiasi stagione dato che, anche in estate, si verificano spesso repentini mutamenti meteorologici, che potrebbero provocare danni.
L’impermeabilità non condiziona minimamente la traspirabilità, che rimane un requisito fondamentale di simili accessori e che consente una rapida asciugatura.
Indipendentemente dal modello, le ghette devono essere molto resistenti, soprattutto nella loro parte inferiore a contatto con gli scarponcini: in questa zona infatti, la forza di attrito dovuta allo sfregamento con il pellame della calzatura potrebbe usurare l’accessorio.
Per scongiurare questo rischio, i materiali maggiormente utilizzati sono robusto nylon stratificato, poliestere rinforzato e poliammide, fibre tecniche di natura sintetica che formano un intreccio estremamente compatto e indeformabile.
Simili substrati sono progettati anche per resistere all’attacco di neve, ghiaccio, rocce e allo sfregamento occasionale con sentieri da cui emergono radici e sassi.
In molti modelli i tessuti sono rinforzati da inserti soft-shell, che migliorano l’elasticità e la flessibilità delle ghette.
La maggior parte delle ghette viene realizzata con nylon rivestito da poliuretano, un rivoluzionario materiale capace di potenziare al massimo le prestazioni funzionali del tessuto di base.
Le ghette per trekking comprendono frontalmente lunghe strisce di chiusura a strappo con velcro, per essere indossate facilmente e con rapidità; superiormente sono accessoriate con fasce elasticizzate collegate a una cinghia superiore con chiusura a fibbia.
Inferiormente la ghetta termina con cinturini che ne consentono il fissaggio intorno al collo del piede, dove terminano gli scarponcini; in questo modo il bordo inferiore delle ghette aderisce perfettamente alla zona malleolare, formando un rivestimento supplementare sulle calzature.
Disponibili in diverse tipologie, i ganci di sicurezza permettono di attaccare i lacci delle scarpe alle ghette, in modo tale da creare un sistema di collegamento robustissimo.
Per indossare correttamente le ghette è necessario seguire alcuni accorgimenti basici che, indipendentemente dal modello di questo accessorio, permettono di ancorarlo perfettamente da un lato alla calzatura e d’altro lato al polpaccio:
Alcuni trekker durante la stagione invernale indossano le ghette sotto ai pantaloni da escursionismo, per creare la sovrapposizione di due strati impermeabili: in questo modo viene eliminata la possibilità di contatto tra il piede e l’ambiente esterno in quanto il margine superiore della calzatura è rivestito da due strati (ghetta e pantalone).
Per indossare correttamente questi accessori, bisogna assicurarsi che siano perfettamente aderenti alla gamba senza lasciare nessuno spazio vuoto neanche di minime dimensioni.
Soltanto in questo modo infatti le ghette si comportano come una seconda pelle e fanno scivolare all’esterno qualsiasi sostanza liquida o solida.
Progettate inizialmente soltanto per il trekking alpino o in alta montagna, dove l’impiego delle ghette era collegato a climi freddi e alla presenza di neve e ghiaccio, in seguito esse sono diventate le compagne ideali di qualsiasi escursione.
Improvvisi acquazzoni, tempeste di vento che sollevano sabbia e detriti, attraversamento di sentieri fangosi, sono soltanto alcune delle condizioni che richiedono una protezione supplementare agli scarponcini da trekking per evitare che i piedi possano bagnarsi e raffreddarsi.
Alternativamente vi sono luoghi contraddistinti da clima secco e arido, dove gli escursionisti si trovano a contatto con vere e proprie distese di polvere e sabbia e dove pertanto la protezione offerta dalle ghette è indispensabile per evitare che le calze, mescolandosi con polvere e sudore, diventino delle armature solide.
Nella maggior parte dei casi, le ghette antipioggia da trekking sono alte fino a sotto al ginocchio (35-40 centimetri), in modo tale da coprire perfettamente non soltanto il collo dello scarpone ma anche tutto il polpaccio.
Contrariamente a quanto si possa pensare, la neve bagna meno della pioggia e in presenza di temperature rigide si forma una minore concentrazione di condensa interna per cui le ghette invernali devono soprattutto impedire la dispersione del calore ma non devono garantire particolari doti di traspirazione.
Chi non utilizza i ramponi può servirsi di ghette più larghe, che si possono allacciare facilmente con una semplice chiusura lampo; in altre condizioni è preferibile optare per ghette aderenti, molto performanti ma più complesse da allacciare.
Simili modelli prevedono agganci brevettati forniti di uno speciale sistema di doppia chiusura di sicurezza.
Impermeabilità e traspirazione sono requisiti indispensabili per chi effettua escursioni dove abbondano acqua e fango, soprattutto durante la stagione estiva, quando le temperature miti stimolano la sudorazione e di conseguenza la produzione di condensa interna.
Durante la stagione calda, i modelli di ghette idrorepellenti più utilizzati sono quelli che si fermano poco sopra alla caviglia, traspirantissimi e prodotti con materiale elasticizzato.
Questi accessori sono considerati uno dei più antichi supporti per l’outdoor, economici, versatili e leggeri, che possono aumentare considerevolmente il comfort durante le escursioni.
L’obiettivo che si propongono è quello di impedire ad acqua, fango e neve di penetrare dal bordo superiore degli scarponcini e di mantenere le estremità inferiori dei pantaloni sempre asciutte.
Per quanto le calzature siano waterproof, se la pioggia riesce a penetrare dal loro bordo superiore, sarà impossibile portare a termine qualsiasi escursione poiché l’acqua che si infila tra lo spacco dei pantaloni e la scarpa crea una condizione di estremo disagio per il trekker.
Un’ottima soluzione è offerta dalle ghette idrorepellenti, superleggere, di varia altezza e dotate di un’eccellente vestibilità; questi coprigambe devono essere indossati tra la parte superiore della scarpa e le ginocchia, per rivestire completamente caviglie e polpaccio.
Oltre ad essere impermeabili, i tessuti sono formati con materiali tecnici anti-strappo, confezionati con un particolare design anti-vento e perfettamente sigillanti grazie alla combinazione tra cerniera e velcro.
La coulisse superiore consente di regolarne l’altezza, adattandola al diametro della gamba: in questo modo si crea una doppia protezione, di cui la prima è sotto al ginocchio e la seconda è a livello del bordo superiore della calzatura.
Le ghette professionali sono progettate per garantire un’eccezionale resistenza all’usura, allo strappo e alla rottura, e sono realizzate con tessuti idrorepellenti e traspiranti bifasici, in grado di garantire che l’interno rimanga asciutto poiché l’esterno trattiene pioggia e umidità.
I modelli che coprono il polpaccio, classificati come “all around“, sono perfetti per la stagione invernale e per il trekking in alta montagna, anche in presenza di molta neve.
Di solito sono fornite di cerniera frontale e di banda di fissaggio sotto la suola; il materiale che trova maggiore impiego è il poliestere 150 D.
Si tratta di accessori polivalenti di ottima qualità che associano l’impermeabilità alla traspirabilità, ideali per escursioni su terreni impervi e per superare pozze d’acqua e resistenti anche dagli attacchi di insetti e parassiti.
Grazie al tessuto interno in maglia, il comfort durante le escursioni è eccellente, poiché il polpaccio viene a contatto con un tessuto morbido e dotato di una perfetta vestibilità.
Spesso queste ghette idrorepellenti sono prodotte con tessuti misti di elastan, poliammide e poliestere, robusti e leggeri, anti-strappo, anti-abrasione e termoisolanti.
Le ghette da trekking sono accessori estremamente convenienti, il cui prezzo parte da circa 20 euro per i modelli basici, e arriva a oltre 60-70 euro per quelli più perfezionati.
Non è necessario spendere cifre eccessive per avere la certezza di disporre delle migliori prestazioni poiché le ghette sono realmente supporti semplicissimi che devono garantire soltanto idrorepellenza, leggerezza, robustezza e vestibilità.
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