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Crash Pad: Ecco I Modelli Più Sicuri e Come Funzionano

crash pad

Vuoi sapere quali crash pad è meglio acquistare? Allora sei nel posto giusto!

Di seguito trovi una tabella nella quale sono stati inseriti i migliori crash pads del 2022, le loro principali caratteristiche e il link al sito ufficiale.

migliori crash pads

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simond

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black diamond circuit

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3.8/5

simond

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Classifica dei migliori crash pads

Di seguito invece trovi una lista completa di tutti i migliori crash pads presenti sul mercato:

Crash pad

Il crash pad è un tappetino di resina sintetica realizzato per proteggere il climber quando cade da altezze piuttosto basse, tipiche della tecnica del bouldering.

Struttura, forma e dimensioni del pad sono variabilissime e dipendono dal tipo d’impiego che lo sportivo intende farne: la tipologia più comune è quella di un materassino bi-fold, con spessore compreso tra 8 e 10 centimetri e con dimensioni di 1 X 1,2 metri.

Il principale obiettivo da raggiungere è di attutire la caduta dell’arrampicatore, ma anche di poter essere trasportato con facilità sia dal punto di vista ponderale che da quello dell’ingombro.

Di solito i pad più grandi, che si ripiegano in tre parti e presentano uno spessore maggiore, sono indicati per utilizzi frequenti e impegnativi, mentre quelli più piccoli, che si ripiegano a libro, vengono usati per scalate facili.

I modelli sottili e stretti servono anche per mantenere pulite le suole delle scarpe che, durante le ascese, spesso si sporcano con fango e pietrisco, diventando pesanti e pericolose per l’atleta.

Un altro compito dei crash pad è quello di consentire al climber di sedersi sul terreno senza avvertire sporgenze di sassi e pietre, un requisito che viene potenziato associando due tappetini uno sopra l’altro.

La tecnica del bouldering prevede anche partenze in posizione seduta e proprio per questo motivo il pad si conferma un supporto quasi indispensabile.

Simili tappetini sono prodotti con due o tre differenti tipologie di schiuma, di cui quella più morbida rimane sotto alla più solida e compatta che si trova in superficie.

Infatti è necessario che il piede dello scalatore possa affondare e arrivare a urtare il terreno (con conseguenze spesso rischiose), oppure rimanere incastrato nel materiale troppo poroso.

Per evitare qualsiasi pericolo di lesioni è pertanto opportuno che la stratificazione sia strutturata in maniera bifasica, lasciando comunque un ampio margine di movimento ai piedi.

crash pad boulder

I pad sono quasi sempre utilizzati per rivestire zone particolarmente difficili del suolo, dove un’eventuale caduta potrebbe causare conseguenze drammatiche.

Sotto a pareti verticali è sempre buona norma stendere una o più stuoie, per evitare qualsiasi rischio di contatto violento durante la discesa.

I tappetini da boulder devono essere trasportati anche su percorsi lunghi e impegnativi, per cui sono forniti di appositi spallacci, per poter essere indossati durante le escursioni.

Spesso sono dotati di ampie tasche cucite esternamente e utili per riporre tutta la struttura durante gli spostamenti.

Se associati con cinghie e speciali supporti, i crash pad possono trasformarsi in zaini rudimentali, simili a sacchi, entro cui è possibile riporre oggetti di vario genere.

I modelli Taco Pad sono costituiti da una sola sezione di schiuma che si piega a libro nella parte centrale per consentire un’efficace riduzione di volume e un’agevole trasportabilità.

I modelli Pad a Cerniera, invece, sono formati da due sezioni di schiuma unite tra loro appunto da una cerniera, che permette di separare le due parti in caso di necessità.

I modelli Pad Ibridi, infine, sono formati da una sola sezione flessibile di schiuma bifasica disposta su due ampi cuscinetti collegati con cerniera.

Anche se conosciuti da poco tempo, i crash pad fanno ormai parte del bagaglio di ogni climber, in associazione al sacchetto di magnesite, al casco e alle scarpette.

La sua principale funzione è quella di attutire le ripetute cadute a terra che, anche se non son particolarmente violente, rappresentano comunque un notevole rischio per le articolazioni e per la muscolatura.

Nella fase d’impatto sul suolo, infatti, il climber subisce una forza di trazione che potrebbe influire negativamente sull’assetto posturale del rachide.

crash pad arrampicata

Larghezza, lunghezza e spessore sono le tre caratteristiche discriminanti dei vari materassini, la cui scelta deve essere fatta in base al tipo di arrampicata.

Dal genere e dalla qualità dei materiali costitutivi dipendono le prestazioni del pad, che deve comunque garantire elevati standard di sicurezza per l’apparato osteo-articolare dell’atleta.

Un maggiore spessore dell’espanso offre senza dubbio una migliore protezione, ma nello stesso tempo prevede dimensioni più ampie e peso più elevato.

Al momento della scelta è quindi fondamentale fare un attento rapporto tra funzioni e struttura del pad, per evitare di acquistare un prodotto inadeguato alle proprie esigenze.

Anche il numero e la disposizione dei vari strati sono due variabili importantissime per definire l’utilità del materassino che dovrebbe sempre svolgere un’azione ammortizzante sugli eventuali urti da caduta, soprattutto quando le cadute risultano squilibrate.

Nell’approccio col terreno infatti è necessario che la colonna vertebrale non subisca impatti troppo violenti, che potrebbero provocare un disallineamento delle vertebre, con conseguenze estremamente pericolose per il midollo spinale.

Anche se lo sportivo di solito si allena proprio per cadere in maniera corretta, l’imprevisto è sempre possibile e proprio per questo motivo è preferibile prevenire guai servendosi di una superficie morbida e assorbente come quella del crash pad.

I modelli formati da 3 sezioni, che garantiscono una maggiore stabilità, sono quelli più utilizzati, anche perché le moderne tecnologie hanno consentito di realizzare materassini non troppo pesanti né voluminosi e quindi agevolmente trasportabili.

Un requisito di estrema rilevanza è il tipo di rivestimento, che deve essere particolarmente robusto per resistere a due forze opposte: da un lato l’attrito con le suole delle scarpe del climber e d’altro lato lo sfregamento col terreno.

Le sollecitazioni abrasive del suolo, infatti, possono provocare dei veri e propri danni fisici al corpo in caduta.

Bisogna poi che lo strato esterno sia adeguatamente fornito di prese d’aria, progettate per evitare il rischio di esplosione delle resine sintetiche sottoposte a urti violentissimi.

Al momento dell’impatto il pad deve assorbire tutta l’energia meccanica prodotta, scaricandola sul terreno e non sul corpo dello scalatore.

Il sistema di chiusura del materassino, che può essere a strappo oppure a fibbia, deve essere realizzato in modo tale da velocizzare le operazioni di sganciamento, assicurando però che esso non si apra accidentalmente durante gli spostamenti.

Crash pad: come funziona

Il funzionamento del crash pad è principalmente collegato alla protezione dell’arrampicatore nel momento in cui, distaccandosi dalla parete, impatta sul suolo.

Per svolgere adeguatamente questo compito, importantissimo non soltanto per l’incolumità del climber, ma anche per il suo comfort, è necessario che il tappetino sia dotato dei seguenti requisiti.

Componenti qualitativamente di buon livello

Le componenti del crash pad sono due:

  • imbottitura;
  • fodera.

L’imbottitura, che è lo strato interno del materassino, è costituita da 2 o più strati di materiale espanso, dotato di spessore e densità progressivamente minori dall’esterno verso il centro.

Lo strato superiore infatti possiede una maggiore densità, compresa tra 3 e 4 centimetri (a seconda dei modelli), e svolge la funzione di distribuire su tutta la superficie e in maniera ben bilanciata lo shock della caduta.

Lo strato (o gli strati) inferiore, che ha uno spessore di circa 6 centimetri, risulta molto più morbido, per ammortizzare l’energia meccanica dell’impatto col terreno.

Indipendentemente dallo spessore dei vari strati, il requisito più importante dipende dalla sinergia esistente tra essi, responsabile delle performance del pad, che deve essere in grado di assorbire completamente le forze meccaniche, soprattutto quando il climber cade dall’alto.

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Robustezza del rivestimento esterno

Il materassino, prodotto con resine di vario spessore e di diversa consistenza, deve sempre essere ricoperto da un rivestimento resistente e robusto, normalmente realizzato con cordura oppure con nylon a doppio filo.

Si tratta di materiali tecnici progettati per contrastare completamente lo sfregamento col terreno, dove spesso sono presenti sassi, pietre e vegetazione affiorante.

Il maggiore pericolo che deriva da simili situazioni è che il rivestimento si rompa, lasciando fuoriuscire l’imbottitura.

Un altro basilare requisito della fodera esterna è quello di rimanere ben aderente al suolo, per evitare che, al momento dell’impatto, il corpo in caduta possa scivolare.

Per raggiungere questo obiettivo il tappetino è ricoperto da uno strato inferiore di materiale sintetico speciale e contenente piccolissime ventose, la cui funzione è appunto quella di fissare il pad al terreno.

In questo modo il climber ha la certezza di atterrare sempre su un substrato adeguatamente ammortizzante, capace di assorbire l’energia d’urto di tutto il corpo.

Solitamente la maggior parte dei modelli di crash pad è dotata di rivestimento asportabile, che può essere staccato dall’imbottitura per venire lavato.

Una simile operazione è praticamente indispensabile soprattutto per materassini realizzati con nylon non spalmato, che richiede una maggiore manutenzione.

Bisogna infatti evitare che, nel tempo, si possano accumulare detriti, piccoli cristalli di roccia, polvere e sporcizia, tutti fattori che deteriorano il pad, rendendolo meno funzionale.

Omologazione

Il bouldering è un tipo di arrampicata libera, dove non sono consentite corde e neppure imbraghi e che pertanto può comportare maggiori rischi.

L’unico supporto ammesso è appunto il crash pad, che deve essere omologato e rispondente ai migliori standard di sicurezza.

A differenza dell’arrampicata classica, questa attività sportiva prevede salite che raggiungono al massimo 6-8 metri, ma che di solito non superano i 3-5 metri.

Il materassino di sicurezza, che ha il compito di attutire l’impatto col suolo, deve essere posizionato in prossimità della parete da arrampicare.

L’omologazione del pad, che si identifica tramite la sigla “CE”, è indispensabile per offrire le migliori garanzie al climber.

Tutti i prodotti Made in Italy dovrebbero riportare questa dicitura, che tutela non soltanto l’utilizzatore ma anche il produttore: pertanto è indispensabile accertarsi che essa sia ben visibile sul lato esterno del tappetino.

Grazie all’omologazione l’acquirente ha la certezza che il dispositivo ha superato tutti i test meccanici, di resistenza all’attrito e allo sfregamento.

Il bouldering è uno sport estremo che prevede sforzi molto intensi, ma di breve durata, e che pertanto comporta qualche rischio, soprattutto in quanto il climber è libero da code e imbraghi.

Ecco perché è necessario che l’unico supporto consentito (appunto il crash pad) sia conforme alle normative di sicurezza.

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Dimensioni

Le dimensioni dei pad sono di tre tipi:

  • piccole;
  • medie;
  • grandi.

Esistono tappetini molto piccoli e sottili, conosciuti col nome di “Sit Pad“, il cui impiego è limitato a funzioni di seduta e non di ammortizzazione delle forze d’impatto in caso di caduta.

Le dimensioni piccole del crash pad presentano vantaggi e svantaggi: il principale lato positivo è la leggerezza, che consente di trasportare agevolmente lo strumento anche per molte ore, quando il percorso per raggiungere la parete è lungo.

Essendo leggero e poco ampio, un pad del genere è meno protettivo, soprattutto perché anche il suo spessore è contenuto e quindi meno performante.

Sarebbe buona norma disporre di uno o più pad piccoli, da associare ad altri con dimensioni medie, per poter sfruttare la massima versatilità d’utilizzo.

I crash pad di dimensioni medie rappresentano la scelta ideale poiché assicurano un vantaggioso compromesso tra peso e volume con prestazioni di buon livello sia dal punto di vista dell’ammortizzazione che della resistenza.

Quando vengono chiusi, questi materassini entrano perfettamente negli zaini e sono leggeri.

Da aperti essi misurano 100 X 150 centimetri, con uno spessore di 10 centimetri.

I pad grandi sono quelli che offrono la maggiori garanzie di sicurezza per qualsiasi tipo di caduta e che pertanto devono essere utilizzati in caso di arrampicate lunghe e impegnative, che possono stancare notevolmente l’atleta.

Le loro misure sono: 200 X 150 centimetri, con uno spessore compreso tra 10 e 12 centimetri.

Lo spessore è uno dei valori più importanti che devono guidare nella scelta del crash pad, poiché è proprio questa caratteristica a conferire maggiore sicurezza ai climber.

I modelli standard hanno uno spessore compreso tra 2,5 e 6,5 centimetri per impieghi non particolarmente impegnativi (sit pad), mentre quelli tradizionali partono da 7 centimetri e arrivano a 15 centimetri.

Sistema di chiusura

Esistono due sistemi di chiusura, che sono:

  • a piega;
  • taco.

Il primo è tipico dei modelli divisi in due parti unite da una cucitura centrale che si chiudono a libro, di solito questi crash pad sono forniti di spallacci per essere trasportati comodamente come uno zaino, infatti quando sono chiusi hanno misure medio/piccole.

Si tratta di tappetini estremamente appiattiti che hanno il vantaggio di offrire un’area di atterraggio molto vasta.

La chiusura a taco è applicata su pad senza divisioni, che formano un’unica superficie più ampia e più sicura, ma che una volta chiusa è molto voluminosa.

Un attrezzo del genere è ideale per atterraggi sconnessi perché si adatta perfettamente ai cambiamenti morfologici del terreno anche perché non perde la sua forma rotondeggiante quando viene utilizzato su suoli pianeggianti.

Tuttavia si tratta di strumenti voluminosi e con un maggiore ingombro rispetto a quelli con chiusura a libro; alcuni sono forniti nella parte inferiore di un telo che trasforma il crash pad chiuso in un rudimentale zaino.

Crash pad: prezzi

I prezzi dei crash pad per arrampicata partono da 100 euro per i modelli più economici per arrivare a oltre 250 euro.

Un buon compromesso tra prestazioni e costo si aggira sui 180 euro, un valore che garantisce sicurezza, comfort e versatilità.

Chi è orientato ad acquistare un materassino per seduta e non per caduta, può optare per modelli a partire da 60-80 euro, tenendo conto che lo spessore di questi pad è circa la metà rispetto a quelli classici.

È sempre consigliabile rivolgersi a negozi (anche online) specializzati nella vendita di articoli sportivi, in quanto garantiscono la disponibilità di prodotti omologati con il marchio “CE” che hanno superato tutti i test previsti dalle normative sulla sicurezza.

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