migliori strumenti per l'arrampicata
Mammut Crag Sender 9.0.mm
- Migliore corda per arrampicata
- Design ideale anche per percorsi impegnativi
- Con rivestimento UIAA Dry che rende la corda idrorepellente e garantisce resistenza all'usura
- Certificata per l'uso in arrampicata su corda doppia, singola e gemella
- Sigillo Bluesign® per produzione sostenibile
- Realizzata con filati di qualità
- Spedizione garantita
fixe climbing gear
- Miglior imbrago per arrampicata
- Molto leggera
- Cintura di sicurezza con doppio rivestimento
- Sistema ST che permette agli anelli di rimanere fissi in entrambe le posizioni
- I tre anelli in alluminio nella zona della cintura hanno ampie aperture e sono allo stesso tempo leggeri.
- Bloccante toracico più basso per una maggiore comodità
la sportiva finale
- Migliori scarpette da arrampicata
- Con tallone ultra aderente che rende la scalata comoda e stabile
- Suola Vibram XS Edge che permette una maggiore aderenza e riduce lo scivolamento su superfici bagnate
- Tomaia traspirante
- Leggere e con una struttura che riduce l'affaticamento del piede
Black Diamond Litewire
- Migliori rinvii per arrampicata
- Estremamente duraturi
- Molto leggeri
- Presa a 360° del piede
- Forgiati a caldo
- Costruiti per mantenere la giusta posizione durante la scalata
Arrampicata
L’arrampicata è un’attività sportiva consistente nel salire pareti molto ripide e ricche di ostacoli, che devono essere superati con la forza muscolare di braccia a gambe.
Di norma le rocce verticali rappresentano il substrato d’elezione dei climber, in quanto naturale terreno su cui gli sportivi sono in grado di sfruttare le proprie conoscenze tecniche.
Esiste tuttavia anche l’arrampicata su pareti artificiali (rocciodromi) che possono essere allestite sia in palestra che in ambiente domestico e la cui finalità è quasi sempre l’allenamento.
Su questi pannelli sono inseriti appositi appigli (prese), con forme e dimensioni differenti, che servono appunto per abituare l’atleta a confrontarsi con un’attività sportiva impegnativa e spesso estrema.
Il percorso effettuato durante l’ascesa viene definito “via d’arrampicata“, un approccio sostanzialmente diverso dalle vie ferrate, che sono più indicate per imprese alpinistiche.
Una disciplina sportiva di questo genere implica una notevole preparazione non soltanto tecnica (comunque indispensabile), ma anche psicologica, in quanto durante la salita spesso si presentano condizioni che mettono a dura prova il climber.
Trovarsi sospeso da terra e avere di fronte percorsi difficili e faticosi può infatti incutere ansia e timore di non raggiungere la vetta.
L’arrampicata prevede due tipi di progressione:
- in solitaria, che è quella portata avanti da un singolo arrampicatore;
- in cordata, che prevede la presenza di 2 o 3 arrampicatori. A seconda del tipo di substrato su cui si svolge, l’arrampicata può essere:
- su roccia, che è la più comune e che si svolge principalmente su falesia;
- su ghiaccio, che si svolge su ghiacciai oppure cascate gelate;
- su terreno misto, che prevede un impegno su differenti mezzi, che possono essere roccia e ghiaccio, ghiaccio e neve o anche roccia e neve;
- indoor, che si sviluppa su pareti artificiali chiamate rocciodromi.
Scarpette da arrampicata
Le scarpette da arrampicata sono lo strumento più importante per affrontare al meglio qualsiasi percorso sia su roccia che artificiale, dato che la forza dello sportivo dipende quasi completamente dai piedi.
Per scegliere correttamente le calzature per il climbing è necessario valutare i seguenti requisiti:
Misura
Deve essere perfetta, né troppo ampia ma neppure troppo stretta, anche se di norma le scarpette hanno 2 numeri in meno rispetto a quelle che si indossano di solito.
Ogni marchio ha la sua calzata, ma comunque è indispensabile che le dita rimangano distese poiché uno dei principali supporti durante la salita deriva dalla forza prensile della parte anteriore del piede.
Inoltre non ci devono essere spazi vuoti, che potrebbero peggiorare notevolmente le prestazioni funzionali delle scarpe.
Rigidità
É un pre-requisito importantissimo per l’arrampicata, da parte sia di principianti (che devono indossare scarpette piuttosto dure e sostenute) che di professionisti (abituati invece a calzature più morbide).
Queste ultime predispongono a una massima flessibilità e quindi a un’estrema sensibilità del piede che è spinto così a sviluppare i muscoli d’appoggio, migliorando nettamente le performance.
Una scarpetta flessibile permette di effettuare appoggi perfezionati anche per quanto riguarda il tallonaggio.
Forma
Può essere affusolata e appuntita (ideale per climber esperti) oppure ampia e appiattita (indicata per i principianti).
La forma può essere simmetrica (per incominciare) o asimmetrica (per chi è già esperto), ma in ogni caso deve adattarsi alla perfezione alla conformazione del piede e soprattutto alla lunghezza delle dita.
Una scarpa rigida di solito ha una calzata non troppo stretta, mentre una flessibile deve rimanere molto aderente al piede, fasciandolo alla perfezione.
Aggressività
É maggiore nelle scarpette incurvate, dato che simili modelli sono quelli più indicati per affrontare pareti impegnative e con pochi appigli.
Pertanto queste calzature sono perfette per professionisti, ma sconsigliate per neofiti, che devono orientarsi verso modelli più simmetrici e dritti, che consentono di avvicinarsi gradualmente alle salite.
Scarpette aggressive con la punta incurvata devono possedere anche un rinforzo a livello del tallone, per essere meglio fascianti e aderenti a tutte le parti del piede.
Allacciatura
Può essere con lacci (che pur richiedendo un maggiore tempo per la chiusura sono perfettamente aderenti a qualunque forma del piede), con velcro (molto rapide da regolare, ma meno aderenti) e a ballerina (veloci e agevoli da calzare, ma difficilmente adattabili).
A seconda del tipo d’impiego previsto, ma soprattutto dell’anatomia del piede è possibile scegliere il tipo di allacciatura più adatto alle esigenze individuali, sempre assicurando la massima sicurezza.
Tipo di suola
Che sia nei modelli rigidi che in quelli morbidi e flessibili di solito è realizzata con gomma Vibram, dotata di un notevole grado di adesività anche sui substrati lisci e sdrucciolevoli.
Esistono 3 tipologie di suola:
- intera;
- mezza suola;
- no-edge.
La suola intera è formata da un unico pezzo che si estende dalla punta delle dita fino al tallone e che ricopre tutta la parte inferiore della calzatura; è la scelta ideale di tutti i modelli simmetrici e rigidi ed è anche quella maggiormente diffusa.
La mezza suola è stata progettata per potenziare la flessibilità della scarpetta e quindi la massima precisione in condizioni estreme come in agganci di punta oppure tallonaggi.
La no-edge è un tipo di suola in grado di seguire alla perfezione la forma del piede, senza creare nessuno spigolo tra la porzione inferiore e i fianchi.
Il materiale della tomaia, può essere in pelle oppure sintetica, tenendo conto che la pelle è un substrato naturale, molto traspirante e giustamente flessibile, mentre il sintetico è meno deformabile, più resistente ma non sempre traspirante al massimo.
La tomaia sintetica è leggermente più rigida di quella in pelle e pertanto risulta una scelta ottimale per i principianti.
Un compromesso sempre più diffuso è costituito da materiali in pelle con inserti in microfibra, che garantisce prestazioni di alto livello e una notevole longevità.
Imbrago arrampicata
L’imbrago per arrampicata ha una struttura caratteristica, collegata al suo utilizzo che è differente da qualsiasi altra disciplina alpinistica.
Esso è formato da varie componenti, che sono:
- anello di servizio (realizzato in nylon resistentissimo);
- punti di assicurazione;
- corda che può essere intera oppure mezza-corda);
- moschettoni (di varie forme e dimensioni);
- fibbie;
- cosciali e cintura.
Un dispositivo del genere prevede struttura e peso differente a seconda del tipo d’impiego: gli arrampicatori sportivi necessitano di imbraghi leggeri e areati, di solito prodotti con l’imbottitura chiusa tra due pezzi di fettuccia traspirante.
Per chi invece l’obiettivo da raggiungere è quello di rimanere a lungo in parete, è indispensabile servirsi di imbraghi più imbottiti e funzionali, dove qualsiasi accessorio è ridotto all’essenziale.
Chi fa arrampicate sul ghiaccio deve poter disporre di un imbrago con molti anelli abbinati a moschettoni da ghiaccio regolabili a adattabili al tipo di abbigliamento, che prevede anche ramponi ai piedi.
In alcuni casi sono consigliati imbraghi bassi, con pettorali forniti di fasce traspiranti e ricche di anelli porta-oggetti, che devono garantire sicurezza, comfort e versatilità grazie alla presenza di fibbie auto-bloccanti poste sui cosciali.
Corda arrampicata
Le corde da arrampicata possono essere:
Corda singola
É quella dotata del diametro maggiore e compreso tra 9 e 11 millimetri, per offrire le migliori garanzie di sicurezza, resistenza e maneggevolezza.
Le corde singole leggere, che sono le più sottili, è meno sicura e pertanto viene consigliata per arrampicate non troppo impegnative.
Mezza corda
Ha un diametro compreso tra 8 e 9 millimetri e deve venire utilizzata sempre in coppia insieme a un’altre simile.
Simili dispositivi sono indicati su percorsi a zig-zag e in tutti i casi in cui i percorsi sono irregolari, quando cioè bisogna alternare la moschettonata alla salita diretta, sfruttando i punti di ancoraggio alternati.
Infatti in simili condizioni un’eventuale caduta sarebbe frenata da una delle due corde, che si caratterizza per un’elevata flessibilità;
Corde gemelle
Sono quelle più sottili in assoluto, dato che il loro diametro è di 7, massimo 8 millimetri e che pertanto prevedono un uso sempre accoppiato, con moschettonata contemporanea sui punti di ancoraggio.
Il loro punto di forza dipende dal fatto di essere una corda raddoppiata, con diametri doppi in grado di fornire una maggiore tenuta nelle cadute.
La lunghezza delle corde è inversamente proporzionale al suo peso, due valori strettamente collegati all’indice di allungamento dinamico, fondamentale in caso di caduta.
L’allungamento statico e la forza d’arresto sono altri importanti parametri collegati alla dinamicità delle fibre che costituiscono la corda stessa.
Le moderne corde da arrampicata sono dotate dei seguenti requisiti:
- idrorepellenza;
- anti-abrasione;
- resistenza maggiorata;
- maneggevolezza;
- rivestimento con calza.
Prese arrampicata
Le prese da arrampicata sono i supporti a cui il climber si aggrappa con le mani e appoggia i piedi per procedere nella salita.
I principali tipi di prese sono:
- maniglie, che si sviluppano orizzontalmente o verticalmente per offrire un appiglio alle dita dello scalatore, che le utilizza analogamente a quando apre una porta;
- pinze, che si afferrano con tutte le dita della mano;
- svasi, che vengono afferrati inserendo anche il palmo della mano;
- volumi, che sono gradi supporti che si prendono con entrambe le mani e con entrambi i piedi;
- tacche, che possono essere afferrate con due dita;
- mini-prese, che servono soltanto per l’appoggio dei piedi;
- prese velocità, che si utilizzano su percorsi molto rapidi.
Per scegliere le prese giuste, è indispensabile privilegiare la sicurezza, che dipende da forma, dimensioni e tipo di fissaggio alla parete.
Esse si fissano al rocciodromo mediante tasselli, viti e bulloni, con risultati facilmente smontabili per consentire un’agevole riposizionamento.
Rinvii arrampicata
Insieme all’imbrago e alle corde, i rinvii appartengono all’attrezzatura indispensabile per garantire l’incolumità del climber.
Essi sono costituiti da due moschettoni collegati da una fettuccia e caratterizzati dai seguenti requisiti tecnici:
- leva del moschettone, che consente di sostenere il peso dello sportivo durante l’arrampicata;
- direzione, che può essere sotto forma di leva dritta oppure leva curva, a seconda del tipo di substrato su cui i rinvii vengono inseriti. Il moschettone con leva curva è ideale per accogliere comodamente la corda, e viene utilizzato dai principianti poiché è più facile da manovrare soprattutto nel momento in cui si deve inserire la corda all’interno;
- filo, che caratterizza i rinvii più leggeri in assoluto, ideali per vie lunghe e in qualsiasi condizione per cui il peso della zavorra incide sulle prestazioni dell’atleta. Poco indicati per i principianti, sono perfetti per gli arrampicatori esperti;
- fettuccia, che può essere in nylon (il materiale più utilizzato anche per i cordini, grazie alla sua eccellente elasticità) e dyneema (il top di gamma poiché non solo resiste a lungo all’usura e alle intemperie, ma è più leggero del nylon ed estremamente estensibile). La lunghezza delle fettucce varia da 10 a 20 centimetri a seconda dei modelli e del tipo di rinvio a cui si collega. I rinvii lunghi sono più comodi per chi sale in forte strapiombo, mentre le fettucce lunghe sono obbligatorie nelle arrampicate tradizionali;
- peso, che è compreso tra 50 e 290 grammi per ogni rinvio e che è un fattore di estrema importanza sui lunghi percorsi;
- larghezza e spessore, che sono due fattori inversamente proporzionali, tenendo conto che i modelli più utilizzati hanno una larghezza di 20-25 millimetri, che impedisce pericolosi avvolgimenti verticali.
Moschettone arrampicata
I moschettoni costituiscono la parte più importante dell’attrezzatura del climber poiché assicurano la corda ai punti di attacco.
Esistono due tipi di chiusura:
- chiusura classica, che si distingue per un sistema di bloccaggio totale che impedisce il rischio di apertura in caso di impatto;
- chiusura automatica, che è più intuitiva della precedente in quanto dipende da un anello a molla che si chiude nel momento in cui il moschettone deve sigillare il rinvio.
In generale si tratta di un anello di metallo incompleto che prevede l’apertura e la chiusura presentando un lato apribile tramite una ghiera collegata a una leva.
Il materiale maggiormente utilizzato è l’acciaio anche se attualmente si sono diffuse molte leghe più leggere.
Esistono due tipi di moschettoni che sono:
- moschettoni a ghiera, con chiusura a scatto comandato da una molle oppure a vite, particolarmente vantaggiosi per le soste e le manovre in salita;
- moschettoni a pera, che hanno una forma trapezoidale e che vengono utilizzati per le soste.
Casco arrampicata
Il casco da arrampicata è uno strumento importantissimo che serve per proteggere sia la testa del climber da un’eventuale caduta di massi che dal contatto accidentale con spezzoni di roccia affioranti.
La struttura dei caschetti da arrampicata prevede una calotta rigida esterna prodotta in plastica resistentissima e indeformabile, e una parte interna in schiuma espansa, estremamente leggera e realizzata con polipropilene rivestito da policarbonato.
In caso di impatto l’energia dell’urto viene distribuita omogeneamente e assorbita dal policarbonato, che si espande grazie alla sua struttura schiumogena.
Leggeri, traspiranti e protettivi, i caschi da arrampicata devono essere scelti in base alla misura del cranio per rimanere ancorati saldamente sulla testa.
Per questo la maggior parte dei modelli ha un sistema con una rotella posteriore che consente di stringere la fettuccia per far aderire il dispositivo alle ossa del cranio.
Trave arrampicata
La trave da arrampicata è uno strumento indispensabile per l’allenamento del climber che viene utilizzato sia in palestra che in ambiente domestico.
Si tratta di un supporto in legno di dimensioni piccole, medie o grandi, realizzato in legno, poliuretano e resina.
La trave in resina è quella che trova maggiore impiego poiché ha una grana molto più ruvida del legno e pertanto garantisce una presa ottimale grazie a un eccezionale grip.
Il poliuretano è rugoso e irregolare e pur essendo meno performante della resina, ha il vantaggio di essere indeformabile nel tempo.
Zaino arrampicata
Gli zaini da arrampicata devono essere leggeri, traspiranti, ergonomici e capienti, per assolvere il loro ruolo di trasportare oggetti indispensabili allo scalatore, senza appesantirlo.
È necessario che sia presente uno schienale traspirante con retina separata che garantisce un’adeguata circolazione dell’aria.
La cintura lombare deve essere il più ampia possibile poiché è a questo livello che si scarica il peso dello zaino, che non dovrebbe mai superare i 35 litri.
La cintura ventrale non deve ostacolare l’imbrago e deve essere rimovibile in caso di necessità.